domenica 5 aprile 2009

UNA MATTINA COME TANTE ALTRE



Come ogni mattina esco da casa, per andare a prendere il treno. Sono le 6.30. E’ ancora buio intorno a me. Mi accendo una sigaretta, faccio un tiro e tengo il fumo in bocca per un po’. Lo lascio uscire con violenza per confonderlo con la nebbia che mi avvolge. Mi guardo in giro. Nel parco vicino casa mia, s’intravedono figure oscure accompagnate da cani già pieni di voglia di vivere nonostante l’ora. Mi dirigo a piedi verso la stazione di Rogoredo. Gli autisti della 95, che fa capolinea lì vicino, sono chiusi nei loro mezzi al riparo dalla frescura mattutina. Gli passo vicino, li guardo e li saluto con la testa. Li vedo tutte le mattine, ormai è quasi un rito. Entro in stazione e mi dirigo subito al binario 3 scendendo nel sottopasso. C’è un vecchio sdraiato per terra che riposa, infagottato nel suo giaccone. Gli cammino vicino e mi fermo qualche secondo per controllare che stia respirando. Non si sa mai, col freddo che c’è di notte. Sto per avvicinarmi di più, quando muove di scatto un piede. Bene, sta sognando. Speriamo che almeno nel sogno se la stia passando meglio. Salgo le scale e mi ritrovo davanti ai soliti volti familiari. Visi stanchi di pendolari. Il treno stranamente è in orario, meglio perché sono un filo infreddolita. Salgo e mi siedo nel primo posto libero che trovo, vicino al finestrino per godermi il panorama delle risaie avvolte dalla nebbia mattutina. Il treno mi mette sempre un po’ di sonno, sarà il suo dondolio e il rumore costante che ricorda quello di un metronomo, che non faccio in tempo ad appoggiare la testa sullo schienale che mi appisolo. Mi sveglio di soprassalto tirata per un braccio. E’ uno di quei volti familiari con cui però non ho mai familiarizzato. Mi avvisa: la prossima stazione è la mia. La mia, la nostra. Già la nostra, perché anche lei viene con me. Facciamo sempre un pezzo di strada insieme usciti dalla stazione, poi le strade si separano. Ognuno con i propri pensieri, ognuno avvolto nel suo torpore.



(racconto presente nell' e-book fatto per i dieci anni di Italians di Severnigni)

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