martedì 7 aprile 2009

DUE SULLA STRADA


“Ciao Pina, cerca di non ciapà troppo fregg oggi!” Come ogni giorno la Sonia si divertiva a prendere in giro il mio modo di attirare la clientela. Nonostante si impegnasse a parlare Italiano qualche parola di milanese gli scappava ancora nella conversazione, l’abitudine era dura a morire per due vecchie milanesi come noi. Ho ormai superato da un po’ la soglia dei cinquant’anni e sono ancora sulla strada. Non posso certo fare concorrenza alle giovani leve dell’est, belle bionde con fisici scolpiti, ma ormai ho la mia clientela affezionata. Sì a guardarmi sono un po’ sovrappeso. Il seno, il mio punto forte in gioventù grosso e sodo, ormai è cadente. E’ proprio con quello che attiravo e attiro ancora i miei clienti. Ho un “reggipoppe” scollato che me le alza e quando vedo qualche macchina che si avvicina apro la giacca e lo mostro. Non posso certo mettermi alla mia età a far concorrenza alle ragazze in reggicalze minigonna o vestitini attillati, ho anche io il senso dell’estetica! Do un ultimo tiro alla sigaretta, trattengo il fumo più che posso e lo sbuffo fuori ridendo. “Non possiamo di certo permetterci di ammalarci alla nostra giuin età!” mi sussurro. Nonostante sia da anni che conosca la Sonia non mi sono mai permessa di chiederle come e perché abbia iniziato questo lavoro. Io e lei non ci siamo mai fatte concorrenza perché siamo due donne completamente diverse; io un po’ rotondetta, capello corto biondo, pantaloni ma con due “tettazze” sempre in vista, lei alta capello lungo moro gonna corta sempre seduta a gambe aperte, naturalmente senza mutande sotto! Ognuna di noi ha due clientele ormai affezionate che mai e poi mai si azzarderebbero a scambiarci. ”Incö el fa tropp fregg…me sa che non si vede nessuno!” Povera Sonia sempre a lamentarsi del freddo e dei pochi clienti. Non faccio neanche in tempo a pronunciare una risposta che vedo arrivare come ogni mattina una macchina bianca. ”L’è il Gianni!” Si alza di scatto è con il miglior sorriso di cui dispone lo aspetta già pronta a salire. Resto sola nei miei pensieri, per passare il tempo mi accendo un’altra sigaretta. Ultimamente non è che vada molto bene il lavoro, troppa concorrenza giovanile, troppe ragazze agli angoli delle strade. Quando ho iniziato ero anche io giovane, carina e provocante. La scuola non mi è mai piaciuta e dopo essere stata bocciata ancora una volta mio padre, come sempre ubriaco, mi aveva picchiato e mandato all’ospedale con una frattura ad un braccio. Mi ero sempre ripromessa che una volta diventata maggiorenne me ne sarei scappata di casa e sarei riuscita a badare a me stessa. E così ho fatto. Per una ragazza che non ha finito gli studi trovare lavoro non è facile, ma ero disposta a far tutto non avevo certo grandi pretese. Bussavo ovunque, ma la risposta era sempre la stessa, no! Una delle ultime mie richieste fu in un bar per un lavoro da cameriera ma anche qui la risposta fu negativa perché cercavano personale con esperienza. Me ne uscii afflitta. Ho sempre pensato che se uno ha voglia di lavorare il lavoro prima o poi arriva. In un certo senso non mi sbagliavo. Girato l’angolo del bar mi sentii chiamare. Chi poteva sapere il mio nome? Mi girai e notai un signore che era seduto al bancone del bar che avevo appena lasciato. “Pina cara, ho sentito che stai cercando un lavoro. Una bella ragazza come te non dovrebbe aver difficoltà sai…” gli sorridevano gli occhi, mentre mi parlava. “Io gestisco un gruppo di ragazze… tutte belle come te… per fare compagnia a dei miei clienti…è un lavoro ben retribuito…ti può interessare?” Ogni sua frase era stata scandita con molta cura. Sapevo benissimo di cosa mi stava parlando. Non ci pensai due volte. Per cento porte che mi erano chiuse alle spalle, finalmente una si era aperta. Carina ero carina e se il mio fisico poteva aiutarmi a tirare fine mese…non ci vedevo niente di male! Feci da compagnia particolare ai clienti per qualche anno…poi decisi, avendo messo qualche soldino da parte, di cambiare vita. Ma da un pero non nasce un melo e così…mi resi conto che l’unico lavoro che sapevo fare era quello della prostituta e decisi di mettermi in strada anche perché ormai non avevo più l’età per fare da giovane accompagnatrice. Quanti inverni erano passati da allora e nonostante non fossi più carina ed in forma come un tempo il lavoro non mi è mai mancato. I clienti dopo un po’sono sempre gli stessi: signori di una certa età che preferiscono l’esperienza alla bellezza! E di esperienza io ne avevo tanta…
“Meno male che il Gianni l’ha pissà il riscaldamento...”. Ma quanto è stata via? Guardo l’orologio convinta che sia passata un’eternità e con mio stupore mi accorgo che sono passati solo quindici minuti. La cerco con gli occhi, le sorrido. “Sei stata più veloce del solito Sonia, potevi goderti il caldo ancora un po’…tanto la giornata sarà molto lunga!”

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