lunedì 6 aprile 2009

AL PIANO


Mi siedo al pianoforte. Sono anni che non lo suono più, non sarei neanche in grado di leggere le note su uno spartito ma la musica a orecchio è sempre stata il mio forte. Sono un po’ triste ed ho voglia di suonare quella canzone che mi piace tanto. Apro il coperchio e guardo interrogativa i tasti. Appoggio le mani e come per incanto trovo subito l’accordo giusto. Il ritornello mi viene ma, quando mi addentro nella sinfonia della canzone, non riesco a trovare le note. Sento dei passi alle mie spalle leggeri. Mi giro e ti vedo, hai ancora i capelli arruffati dal letto, ma sei bellissimo comunque. Mi fai segno di scivolare più avanti sullo sgabello e ti siedi dietro di me. Appoggi le mani sulla tastiera e le tue braccia stringono le mie spalle. Inizi a suonare il pezzo con molta delicatezza. Io chiudo gli occhi per sentire meglio le note e appoggio la testa indietro sulla tua spalla destra. Continui a suonare baciandomi il collo, non hai certo bisogno di guardare, le tue mani volano sui tasti. Sento gli occhi riempirsi di lacrime ma, non voglio farti vedere che piango e con tutta me stessa respingo le lacrime da dove sono venute. In quel momento tu smetti di suonare, come se avessi avvertito il mio stato d’animo. Mi giro il viso verso di te e mi guardi dritto negli occhi. Le tue dita scivolano sulle mie palpebre le accarezzano, scendono poi verso la mia bocca e il tuo pollice le accarezza passando tutto il contorno. Lo bacio ma non riesco neanche a finire il bacio al tuo dito che tu con passione mi attiri a te e dove un attimo prima c’era il tuo dito, trovo la tua bocca aperta a reclamare un bacio. La tua lingua scivola dentro la mia bocca e trova la mia. Senza staccarti da me mi alzi e mi porti verso la camera. Mi adagi piano sul letto e con la stessa delicatezza ti stendi sopra di me. Inizi a baciarmi il collo, scendi verso le spalle che adesso sono nude perché una tua mano ha slacciato la maglia che avevo. Ti fermi e osservi il mio seno che si alza a ogni respiro che si è fatto più veloce, intenso per il piacere. Me lo baci non dimenticando neanche un centimetro, mentre io ansimo di piacere e le mie mani giocano tra i tuoi capelli. Il mio seno è duro e voglioso e i miei capezzoli lo dimostrano in tutta la loro rigidità. Arrivi con la punta della lingua fino all’ombelico, ci giochi infilandola dentro … poi scendi ed io perdo il controllo di me stessa. Quando ormai il mio piacere è a livelli che non riesco più a controllare mi penetri con tutta la forza e la passione di cui sei capace. I nostri corpi si muovono come in una danza, le mani si cercano, si stringono, si aggrappano. Le mie gambe ti stringono a me, per provare il massimo del piacere. Le bocche si cercano e nel momento del piacere si trovano, in un bacio profondo. Non so quanto restiamo abbracciati a coccolarci. Mi domandi il motivo della mia malinconia ma io non trovo una spiegazione logica e ti sorrido ricordandoti che quella canzone nonostante mi piaccia un sacco, mi rattrista. Mi stacco da te e cerco la mia maglia. Con lo sguardo la vedo buttata ai piedi del letto e allora a pancia sotto cerco di allungarmi e recuperarla. Tu mi blocchi, mi tiri indietro per la vita, mi metti sopra le tue gambe a mo’ di bambina che deve essere sculacciata e inizi a suonare sulla mia schiena. Mi fai il solletico e mi viene da ridere ma tu continui a muovere le tue mani sulla mia schiena come se fossi davanti ad un pianoforte. Quando ormai ho le lacrime che mi scendono dagli occhi per il troppo solletico, ti fermi ti allunghi verso di me e mi baci. Mi guardi negli occhi e mi dici “ho trovato il modo di farti ridere mentre suono, amore mio!”

Nessun commento:

Posta un commento